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Attenzione! Si può perdere l'affidamento del figlio se non si paga il mantenimento

2020-11-28 15:43

Avv. Giuseppe Di Matteo

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Attenzione! Si può perdere l'affidamento del figlio se non si paga il mantenimento

Il perdurante inadempimento nel versare il mantenimento può essere considerato come indice di una totale indifferenza verso il benessere del minore......

Il perdurante inadempimento nel versare il mantenimento può essere considerato come indice di una totale indifferenza verso il benessere del minore che poco si concilia con la potestà genitoriale A seguito dell'entrata in vigore della Legge n. 54/2006 si è assistito al superamento dell'affidamento esclusivo quale modello di affidamento prevalente. Il legislatore italiano, infatti, ha ritenuto più confacente alle esigenze dei minori il modello dell'affidamento condiviso, sotto l'egida del rispetto del principio di bigenitorialità. L'obiettivo primario è quello di tutelare l'interesse della prole e di privilegiare una soluzione più idonea a ridurre al massimo i danni derivanti dalla disgregazione del nucleo familiare. L'art. 337-bis del codice civile oggi prevede il diritto del figlio minore a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori, di ricevere cura, educazione, istruzione e assistenza morale da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale. Per realizzare tale finalità, il giudice viene chiamato nelle sue decisioni a valutare prioritariamente la possibilità che i figli minori restino affidati a entrambi i genitori.

Nel tempo, la giurisprudenza si è trovata a vagliare molteplici casistiche nelle quali l'affidamento esclusivo è risultato da prediligere a quello condiviso. Tra queste è stata annoverata anche la violazione, da parte di un genitore, del dovere di mantenimento dei figli e dunque l'inadempimento dell'obbligo di versare il relativo contributo mensile. Recentemente, nella sentenza 917/2020, la terza sezione civile del Tribunale di Brescia (giudice Giovanna Faraone) ha deciso per l'affidamento esclusivo del figlio alla madre, tra l'altro proprio a causa di un inadempimento all'obbligo di mantenimento. Anche il Tribunale di Roma aveva adottato una decisione simile allorquando, con decreto del 16 giugno 2017 (Pres. Mangano, rel. Velletti), veniva disposto che, dal momento della cessazione della convivenza, il padre aveva visto di rado la figlia e non aveva ottemperato agli obblighi di mantenimento. Elementi che confermano l'inadeguatezza del padre a prendersi cura della prole e ad esercitare correttamente il proprio ruolo genitoriale. Di conseguenza veniva confermato l'affidamento esclusivo alla madre.

Tali decisioni prendono le mosse da una giurisprudenza di legittimità immutata da alcuni anni.Nella sentenza n. 26587 del 2009, la Corte di Cassazione ha confermato l'affidamento esclusivo alla madre dei figli stabilito dai giudici di merito, revocando precedente affido condiviso, stante la perdurante violazione del padre di versare l'assegno di mantenimento, durata oltre dieci anni che viene ritenuta mal conciliarsi con la potestà genitoriale. Sostine la Corte: "Perchè possa derogarsi alla regola dell'affidamento condiviso, occorre che risulti, nei confronti di uno dei genitori, una sua condizione di manifesta carenza o inidoneità educativa o comunque tale appunto da rendere quell'affidamento in concreto pregiudizievole per il minore". In sostanza, l'inadempienza del genitore, protrattasi per lungo tempo, viene ritenuto incidere non solo sul piano strettamente materiale, in quanto impedisce ai figli la possibilità di sfruttare la meglio le proprie potenzialità formative, ma ancor di più sul piano morale essendo sintomatica della mancanza di qualsiasi impegno diretto a soddisfare le esigenze dei figli e quindi della carenza di responsabilizzazione nei loro confronti, con inidoneità del suddetto a contribuire a creare per i propri figli quel clima di serenità familiare necessario per una sana ed equilibrata crescita.