Nuova decisione della Corte di Cassazione in tema di distanze legali. La novità consiste nel fatto che questa volta si tratta di un condominio, e non di abitazioni vicine.
La Suprema Corte spiega come anche in un condominio non si possa in alcun modo impedire la veduta del proprio vicino, sia in orizzontale che in verticale (è proprio quest'ultimo il caso che tende a verificarsi in un condominio).
Viene richiamato, dunque, il principio per cui “il proprietario del singolo piano di un edificio condominiale ha diritto di esercitare dalle proprie aperture la veduta in appiombo fino alla base dell'edificio e di opporsi conseguentemente alla costruzione di altro condomino che, direttamente o indirettamente, pregiudichi l'esercizio di tale suo diritto, senza che possano rilevare le esigenze di contemperamento con i diritti di proprietà ed alla riservatezza del vicino, avendo operato già l'art. 907 c.c. il bilanciamento tra l'interesse alla medesima riservatezza ed il valore sociale espresso dal diritto di veduta, in quanto luce ed aria assicurano l'igiene degli edifici e soddisfano bisogni elementari di chi li abita”
(Corte di Cassazione - ordinanza n. 5732/2019)